martedì 22 marzo 2016

"È LA STAMPA BELLEZZA" di Piera Carlomagno - Storia pettegola d'Italia di Cinzia Giorgio - Newton Compton






 “I sussurri dei salotti, i complotti dei politici e gli scandali delle star”, sottotitolo intrigante di un titolo d’impatto: “Storia pettegola d’Italia” (Newton Compton), è un libro che racconta millenni di dicerie, voci di corridoio o, come si chiamano in gergo giornalistico, retroscena. Però, a ben guardare, il libro di Cinzia Giorgio, scrittrice lucana trapiantata a Roma, non è affatto leggero come sembra, sia perché racconta approfonditamente fatti storici rilevanti, sia perché è scritto da una storica con notevoli capacità divulgative. Dai fescennini ai post di facebook, dalla chiacchierata Cornelia, madre dei Gracchi alle vicende controverse degli Olivetti e dei Benetton, ciò che ha avuto un risvolto di gossip è raccontato con dovizia di particolari dall’autrice che proviene dal mondo del giallo e in questo saggio racconta una serie di episodi di sangue dell’Italia di tutte le epoche, fino ad arrivare alla cronaca e ai giorni nostri.
Che potenza (pettegola) hanno avuto le Vite dei Cesari di Svetonio? Quali risvolti inconfessabili si celano dietro il Cristianesimo e i celebri convertiti, come Claudia, moglie di Pilato? Che funzione hanno avuto i giullari del Medioevo e qual è la verità su Romeo e Giulietta e l’iniziale opera di Masuccio Salernitano? Chi erano i Borgia e che epoca fu il Rinascimento? La Congiura dei Pazzi dimostra una propensione reale dei grandi dell’epoca verso il complotto? Ancora la caccia alle streghe, la Controriforma, Caterina de’ Medici e la Papessa oppure il genio e la sregolatezza di Caravaggio e Bernini, fino ai secoli delle rivoluzioni: quella napoletana, per esempio, con Luisa Sanfelice, personaggio che genera curiosità morbosa. La Giorgio organizzatrice di salotti letterari non poteva far mancare un capitolo intero sui salotti italiani da Cristina di Svezia a Cristina di Belgiojoso, per poi approdare alle riviste scandalistiche e Dagospia. Gli episodi dell’Italia contemporanea: lo scandalo della Banca Romana (chi più sa più ha potere), gli attentati a Mussolini, oppure i giorni della Dolce Vita, film e tendenza, via Veneto e la nascita dello star system, ma anche la politica, il caso Mattei e infine la televisione dei talk show.
Se è vero che “Dietro un grande evento storico c’è sempre un grande pettegolezzo” e che “In ogni diceria si nasconde un fondo di verità”, come la Giorgio dice nella sua introduzione, è pure vero che anche questo aspetto controverso e brillante, disonesto e affascinante della vita del mondo, sta soccombendo di fronte all’avvento di internet. Almeno questo è il dubbio che la Giorgio instilla nel lettore. Eppure il pettegolezzo corre anche sui social, subdolo, strisciante, maledettamente pericoloso.

Piera Carlomagno 





lunedì 14 marzo 2016

CONSIGLI DI LETTURA - "Tua" di Claudia Pineiro - Feltrinelli




IL LIBRO

Buenos Aires. Inés, moglie di Ernesto – irreprensibile dirigente di successo –, trova per caso nella ventiquattrore del marito un biglietto d'amore scritto con il rossetto e firmato "Tua". Una sera decide di seguirlo fino al parco Bosques de Palermo dove lui e la sua amante si sono dati appuntamento. Iniziano a discutere, lui la spinge violentemente, la donna cade, sbatte la testa contro un sasso e muore. Inés torna a casa ben decisa a fare il possibile per coprire il marito, salvare le apparenze e il matrimonio. 
Dotato di una suspense irresistibile, Tua è un thriller psicologico vertiginoso, che incalza il lettore fin dalle prime righe: un perfetto meccanismo a orologeria che non risparmia colpi di scena sorprendenti. Il terribile ritratto in giallo di una normale famiglia borghese.

L'AUTORE

Claudia Piñeiro è nata a Buenos Aires nel 1960. Scrittrice, drammaturga, sceneggiatrice, ha vinto numerosi premi, tra i quali il Premio Clarin nel 2005 per il romanzo Le vedove del giovedì (il Saggiatore, 2008), poi adattato al cinema da Marcelo Piñeyro nel 2009. Con Feltrinelli ha pubblicato Tua (2011), Betibú (2012), La crepa (2013), Un comunista in mutande (2014), Le vedove del giovedì(2015) e Piccoli colpi di fortuna (2016). Con La crepa si è aggiudicata il Premio Sor Juana Inés de la Cruz 2010, un premio messicano che riconosce l’eccellenza del lavoro letterario delle donne latinoamericane di lingua spagnola, in precedenza vinto anche da Almuneda Grandes, Marcela Serrano e Gioconda Belli.

martedì 1 marzo 2016

"È LA STAMPA BELLEZZA" di Piera Carlomagno - La moglie perfetta di Roberto Costantini





Le prime tre pagine sono già un meraviglioso colpo in pieno stomaco. La visione dell’amore perfetto, che è lì, fuori, da qualche parte ed è meglio non incontrare mai e del contesto, una grandiosa Roma-cloaca, che capisci solo se ci sei nato, nelle borgate o a piazza di Spagna. E’ un romanzo coinvolgente prima ancora che sorprendente l’ultimo giallo di Roberto Costantini, “La moglie perfetta” edito da Marsilio nella collana “farfalle”. Lo scrittore romano sarà a Salerno sabato alle 18,30, al “Lunedì Nero” di via Mazza, nell’ambito della seconda edizione de “le notti di Barliario”, organizzato dall’associazione “Porto delle Nebbie”. Il libro sarà presentato dal giornalista Massimiliano Amato con le letture della regista e attrice Brunella Caputo.
L’intreccio è magistrale, le figure sono accattivanti, le tante storie non lasciano tregua al lettore, lo stimolano e lo trattengono allo stesso tempo. Chi conosce la Trilogia del Male e ama già il commissario Michele Balistreri, avrà un attimo di smarrimento, perché questo è un romanzo che solo apparentemente si intreccia molto meno col respiro della grande Storia. E’ un giallo psicologico sulle coppie che funzionano o che fingono di funzionare, ed è un giallo sull’amore. Argomento che attraversa molto di più i romanzi di genere ultimamente, l’amore interessa due coppie: il professore Victor Bonocore, potente, equivoco ed estroso e la bellissima ed elegante Nicole Steele e poi lo psicologo specializzato nella terapia di coppia Giovanni Annibaldi e la moglie Bianca Benigni, pubblico ministero che indaga con Balistreri.
Lui, l’antieroe per eccellenza, non potrà mai liberarsi di un passato troppo ingombrante, ma sul finire del romanzo fa intravedere qualcosa. E’ una svolta che investe lo stesso scrittore Roberto Costantini, la sua scrittura e probabilmente la sua voglia di raccontare anche altro. Resta il giallo per eccellenza, un intreccio spettacolare e una verità messa in discussione un numero incredibile di volte.
E c’è qualcosa che si intravede oppure si vede molto chiaramente, soprattutto se ci si sofferma a leggere, prima di cominciare, la nota che generalmente dice che ogni riferimento a fatti realmente accaduti o a persone realmente esistenti è puramente casuale. Qui la formula cambia un poco. Così è più facile intercettare indagini, atmosfere, personaggi, capacità di affascinare di uno dei fatti di cronaca che ci ha sconvolto negli ultimi anni: il delitto di Perugia, il brutale assassinio della studentessa inglese Meredith Kercher. Così ci scopriamo a guardare uno dei personaggi più controversi del romanzo, Scarlett Steele, sorella di Nicole, con gli stessi occhi con cui guardavamo al telegiornale, più avidamente del normale, la bellissima Amanda Knox. Sullo sfondo una crisi diplomatica tra Italia e Stati Uniti, che fa rivivere certe fasi del processo.
A condurre quell’indagine a suo modo è naturalmente Balistreri, cinico, scostante, maschilista e disilluso, continuamente salvato dal suo personale Male con la m maiuscola, da donne, whisky, Lagavulin, Gitanes e dalla certezza incrollabile che non ci sia un futuro. Ma il suo carisma e la sua profondità lasciano uno spiraglio di speranza questa volta. I punti di vista sono quelli di uno degli investigatori più amati del giallo italiano e quelli di una donna di alto livello, il sostituto procuratore Bianca Benigni. Ma c’è anche il racconto che procede per suspense e offre una chiave di lettura per risolvere il mistero. Intorno, il malaffare che strozza la Capitale, la Mafia, gli appalti pubblici, il gioco d’azzardo, l’usura e una violenza spietata.

Piera Carlomagno
(Pubblicata su Il Mattino del 24 febbraio 2016)